Negombo > Hikkaduwa

Ieri sera, tornando all’ostello coi cinesi (e fiaccato dalla mancanza di ogni avventura di sorta) ho mandato un messaggio al tipo dell’agenzia e gli ho confermato il noleggio della moto.

01/05/20 alle 22:19:03 Davide scrive: allright, let's do it

Questo è bastato a farmi dormire tranquillo.

Il mattino dopo cerco un po’ di informazioni sulla patente internazionale. Anche se la mia patente è valida per le moto, senza l’IDL potrei avere problemi se mi fermano in strada.
«Fate le IDL in agenzia?» Chiedo al tipo via whatsapp.
«Certo!» Conferma lui. «Vieni in agenzia che ne parliamo.»

Una volta contrattato il prezzo della moto (undici dollari al giorno per una Yamaha FZ da 200cc) chiedo ancora per l’IDL.
«Sì…» Dice ancora lui. «costa trenta dollari, però…»
«…è sabato.» Completo la frase io.
«Esatto…» Il tipo sembra sollevato «dovresti aspettare lunedì, però… non ti serve mica, eh»
«Ah no?»
«Se ti fermano gli fai vedere la tua…» Mi mostra la sua patente. «È come la nostra, guarda…»
In effetti un po’ si somigliano, ma il punto è un altro: il tipo non è interessato a farmi risparmiare i trenta dollari dell’IDL, vuole solo convincermi che non è un problema non averla, altrimenti potrei decidere di non noleggiare più la moto e addio affare.
«Tu vai piano. Se ti fermano, gli fai vedere la tua. Parla inglese. Se non sanno l’inglese ti lasciano andare. Oppure mi chiami e ci parlo io.»
«Altrimenti pago la… multa, vero?» Chiedo io strizzano un occhio. «A quanto sta la multa, mille rupie?»
«Ohhh, vanno bene anche cinquecento.»

Finito il teatrino testo la moto sulla Lewis Pl, la strada dove si affaccia l’agenzia. Tra i rumori del motore si nasconde un ronzio, tipo viti allentate che vibrano, tipico delle moto che stanno messe male. Il cambio fatica ad ingranare la prima, anzi non l’ingrana proprio. Il tipo mi dice qualche cosa tipo che la moto è fatta così, che no problem eccetera eccetera. Io lo lascio parlare, perché sì, puoi dirmi quello che vuoi, ma se la moto è un pacco ci sta poco da girarci intorno. Dovrei cercarne un’altra, ma non ho sbatti per passare in altre agenzie ed iniziare la contrattazione daccapo. Pago i 220$ per le tre settimane di noleggio, lego lo zaino al portapacchi e sono finalmente in strada.

Faccio una sosta al benzinaio prima di lasciare Negombo. L’omino della pompa della benzina, come il venditore di Rotti, serve i cingalesi che sono arrivati dopo di me fino a quando non mi impongo. Mi riempie il serbatoio fino all’orlo. Capisco che l’omino vuole vendermene il più possibile, ma la benzina sta quasi per uscire dal bocchettone è mi tocca gridargli di fermarsi.
«Ok, chiudi, chiudi» Mi fa segno lui con la mano, ma se chiudo, una parte della benzina resterà dall’altra parte della guarnizione: così rischio che poi mi schizza giù fino al motore rovente… insomma, che prende fuoco la moto con me sopra. Gli chiedo un pezza, ma lui, invece di asciugare la benzina di troppo, la intinge dentro il serbatoio. Il vecchio deve aver respirato troppi fumi di gasolio.
Una volta risolto il problema, punto verso l’istmo che separa la laguna di Negombo dall’oceano, venti minuti di pace prima di immergermi nel traffico di Colombo.

Dr Danister De Silva Mawatha, la spina dorsale della capitale, è il delirio. Ho scelto la strada peggiore di tutto lo Sri Lanka per la mia prima esperienza di guida. Macchine e Tuk Tuk entrano in carreggiata senza aspettare di avere la strada sgombra. Semplicemente infilano il muso in mezzo al traffico e procedono a rilento, fino a quando il flusso ne resta strozzato. All’inizio non capivo perché i mezzi si tenessero all’esterno della carreggiata, adesso capisco che è proprio per evitare quelli che cercano di entrarci. A rendere le cose più interessanti, si guida sul lato sinistro, come in Inghilterra, il che mi fa dubitare di essere sul lato sbagliato ad ogni svolta. Le rotonde sono il mio nuovo incubo.
Dopo un’ora di strada ho disintegrato la gigomma che avevo in bocca e le ginocchia adesso sono ustionate dal Sole. Ho dimenticato di spalmarci sopra la crema solare. Mi fermo ad un chiosco della frutta, mi lavo la faccia per pulirla dalla polvere e mangio un boccone.

Per chi non mi conosce, questa sembra la descrizione di una giornata di merda: sono super eccitato. A parte essere con buona probabilità il peggior individuo sulla strada, chiacchiero chiunque si fermi di fianco a me ad ogni semaforo.

Un ragazzo mi avverte che la cintura del mio zaino pende pericolosamente vicino la ruota posteriore (il che mi sembra una premura incredibile considerando il delirio attorno a noi). Un altro ragazzo mi consiglia di comprare degli occhiali da Sole ed una mascherina per evitare la polvere grigia della strada.

Dopo un’altra mezz’ora, svolto in un vicolo e dopo un altro paio di traverse (inclusa una dove stavo per finire dentro un canale della fogna a cielo aperto) mi immetto in una strada più tranquilla. Appena la periferia di Colombo è alle mie spalle, la strada si riempie di palme e posso accelerare un po’. Da un lato ho l’oceano, dall’altro la ferrovia. Ogni tanto il paesaggio si apre su una spiaggia o un treno sgangherato mi scorre di lato. Sono tutti così lenti che mi basta accelerare fino a settanta chilometri all’ora per tenergli testa.

Svolto dalla parte sbagliata e guido verso Colombo per una decina di minuti. Mi accorgo di avere il Sole sull’altra gamba (quella meno ustionata), poi mi blocco pensando… cazzo, sto andando verso nord!
Torno indietro e nel giro di un paio d’ore (e per un totale di cinque) sono finalmente a Hikkaduwa. Trovo un ostello e già sul cortile d’ingresso mi scambio un’occhiata interessata con una ragazza carina carina che sta uscendo in spiaggia. Le mie vacanze sono ufficialmente iniziate.

VIDEO DEL GIORNO: Chitty Chitty Bang Bang (Quagmire version)