Hikkaduwa > Unawatuna

Sulle strade dello Sri Lanka le dimensioni contano: se sei in motocicletta è meglio che tu la sappia anche usare. La linea che separa le due carreggiate è un vuoto burocratico occupato. È la specie di “terza” corsia dal senso di marcia fluttuante. Può essere occupata da due autobus che si sorpassano a vicenda (mentre entrambi sorpassano un tuk-tuk) o diventare la corsia preferenziale dei motorini nelle ore di congestione più totale.

Gli autobus sono i peggiori figli di puttana di tutto lo zoo. Sorpassano nei posti meno opportuni, se qualcuno sul ciglio della strada gli fa un cenno frenano all’improvviso e poi ripartono sollevando dei nuvoloni di fumo nero. Ho imparato a stargli ad almeno dieci metri di distanza e a sorpassarli appena ne ho la possibilità.

Ogni veicolo ha una delle frecce di svolta costantemente accesa: sui mezzi cingalesi la leva non scatta dopo aver svoltato, allora è preferibile ignorarla. Io ogni tanto segnalo la mia svolta, ma è più per abitudine che per altro. La cosa davvero importante però è segnalare la mia presenza a chi mi sta davanti suonando il clacson. I guidatori sono troppo concentrati su quello che hanno davanti (sempre che di concentrazione si tratti) per preoccuparsi di quello che accade alle loro spalle.

Segui il tuo istinto.