Finalmente in Bolivia! Non mi sembra vero!
Dopo aver compilato un arguto questionario alla dogana ci accorgiamo ci come il paesaggio e le persone cono completamente cambiate. È molto particolare, ma, quelle donne con la bombetta identica a quella Stanlio & Ollio sono davvero ridicole! Marion s’arrabbia, dice che una frase del genere è da ignorante. Ci può anche stare, ma mi sento colpito ingiustamente… se il mio commento fosse stato positivo, allora non ci sarebbe stato nulla da ridire. Le opinioni si accettano per quello che sono. Glielo dico. Apriti cielo, nuova discussione. Andrea strabuzza gli occhi e ci implora di lasciar(ci) perdere.

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Cerchiamo un mezzo per raggiungere Tupiza. Il viaggio sono 6 ore su un autobus scassatissimo. Non ci sono strade asfaltate e sembra di viaggiare su un aereo in perenne fase di decollo! La polvere che viene alzata dal bus entra dai finestrini e ce n’è così tanta che si vedono i raggi del sole.

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Dopo tutti i casini che abbiamo fatto per arrivarci Tupiza è diventata una destinazione ambita! Siamo tutti felicissimi di esserci arrivati, anche perché la bolivia sembra davvero interessante e i insolita. Tupiza è circondata da montagne rosse che al tramonto s’incendiano completamente.

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Dopotutto, se siamo arrivati qui proprio alla vigilia della festa patronale (della virgen de Urkupiña) lo dobbiamo ai ritardi e agli aerei cancellati. Come qualsiasi festa patronale che si rispetti c’è la banda di ottoni e once che stona tutto (molto balcanico, ci piace un sacco), vestiti assurdi, soldi finti e, perché no, qualche armadillo imbalsamato (li usano per farci pure gli strumenti musicali, come il charango).

Le auto che sfilano in coda alla processione sono decorate con tappeti dai colori acidi. Uno ha pure un tigrotto trudi in bella vista sul tettuccio. Tutto fa brodo.

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PAROLA DEL GIORNO (br): Patrono (patrono)

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