Dopo una mezza fregatura che ci ha fatto slittare di un giorno la partenza, siamo riusciti a partire per un tour di 4 giorni fuoristrada sugli altopiani. 110€ a testa per fuoristrada, autista, cuoca di bordo, ingresso ai “parchi” e vitto e alloggio nei villaggi lungo il percorso. Niente male!

Praticamente l’unica cosa non inclusa sono gli alcolici, come ci ha detto la tipa dell’agenzia, la quale ha aggiunto che se li compriamo, non dobbiamo offrirli al conducente “perché quelli si ubriacano subito e finiscono fuori strada”. Cominciamo bene.

Il nostro autista si chiama Berni, la cuoca (una cholita cicciona simpaticissima) Verni.. i nostri compagni di viaggio Matty ed Eddy …Berni, Verni, Matty e Eddy, proprio una bella collezione di nomi del cassius

La Jeep è scassatissima, tiri giù il finestrino e se ne viene la guarnizione, una cassa dell’autoradio è sfondata, quindi Berni spara a palla l’altra cassa distruggendo l’udito di Eddy mentre Matty dorme e Verni se la ride (e se la canta pure.. Cholita Marina è la hit boliviana del momento!).

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Prima tappa il Sellar dove passiamo 5 minuti scarsi. Tutte le soste saranno così, il che sembra una fregatura, ma quando ti trovi a più di 4000 metri senz’ossigeno, il freddo (la notte scende a -20°C) e con un sole che picchia forte.. sono insomma, 5 minuti sono il massimo sopportabile!

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Nel percorso, che il primo giorno permette di vedere poche cose, passiamo per alcuni piccoli villaggi, dove ci fermiamo per camminare un po’ per sgranchirci.

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– Amoreee, non riesco a trovare la pelle del lama che ho scuoiato stamattina..
– Era tutta bagnata di sangue, l’ho stesa fuori ad asciugare
– Una santa, ho sposato una santa!
 

La sera ci fermiamo all’ennesimo villaggio dove passeremo la notte. È quasi l’ora del tramonto, sfido il fiatone e salgo su per la collina per vederlo. Passo in mezzo ad un branco di Lama che mi fissano immobili e mi viene la paura che comincino a sputare.

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È una corsa inutile, il sole scende troppo velocemente per me, e le foglie di coca non mi aiutano per niente (dicono che fanno bene contro il mal d’altura). Quando arrivo su sono a pezzi, devo respirare forte ma l’aria è fredda e mi fa male.

San Antonio del Lipez è sparita mentre salivo, nascosta dalla pendenza della montagna, e tutto intorno a me è silenzio e vento. Mentre ero lì, avevo scritto sul mio taccuino “Le nuvole del tramonto hanno i colori dell’arcobaleno, Deve essere una specie di aurora. Tutt’attorno ho montagne e nulla di artificiale [..] è indescrivibile, non c’è che bellezza nel raggio di chilometri, sembra che le montagne, il cielo e il vento siano qui apposta per me. Mille cespugli, in fila, mi fanno compagnia in questo tramonto che sembra troppo bello per essere vero. I tramonti sono sempre così, stai lì a riempirtene gli occhi e quando passano non sono mai durati abbastanza.”.

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Non posso stare qui più di venti minuti, fa troppo freddo e il vento non aiuta. Un posto bello quanto inaccessibile.

PAROLA DEL GIORNO (br): Altitude

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