Siviglia (Chi ben comincia..)

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Per qualche motivo non sono sceso dai miei a San Severo quest’anno. Se non era il primo capodanno che passavo lontano era sicuramente il primo natale. L’idea di stare lontano era venuta così, forse per pigrizia, forse per non cadere nel rituale delle rimpatriate, chissà..

L’idea è stata quella di andare a Siviglia da Daniel. Avevamo passato già un altro capodanno insieme, ad Amsterdam, un paio di anni fa, me lo avevano presentato proprio in quell’occasione. Eravamo accampati tutti nella stessa casa e lui era l’unico spagnolo che parlava un po’ di italiano, dato gli altri dopo il primo giro di erba boicottavano qualsiasi dialogo in inglese (a quei tempi non conoscevo ancora il portoghese, che oggi mi aiuta moltissimo a capire lo spagnolo)

Siviglia vista dalla Giralda
Siviglia vista dalla Giralda

Ci auto-invitiamo quindi da Daniel a Siviglia (testualmente « Ciao Daniel ci possiamo auto-invitare da te? »), lui intanto era stato alcuni mesi in Italia e quindi parlava italiano, un problema in meno!

Da Amsterdam eravamo rimasti in contatto attraverso i nostri reciproci blog, il suo dal Messico, il mio dal Brasile. Guardavamo le foto e leggevamo i commenti l’uno dell’altro, quindi avevamo di che parlare… per chi l’ha provato, immagino possa capire quanto sia strano coltivare un’amicizia via internet: Leggi i post dai tratti intimistici, vedi le foto, quindi i luoghi e gli interessi di una persona e poi “paf!” la vedi in carne ed ossa e quasi ti viene da dire « ehi, ma sei… TU! ».
Già mi era successo con una mia amica mentre ero a Como, chiacchieravamo spesso tramite instant messaging, ma poi all’università era imbarazzante parlare, per entrambi, era evidente. Questo socializzare via internet, le chat, le comunità virtuali etc… ha qualcosa di fasullo, parli con persone che vivono solo in quegli istanti, quelle che incontri dopo sono altre persone. Se l’amicizia nasce dal web è confinata al web, se non è inevitabile è quantomeno frequente.

Non puoi dire di aver detto una cosa ad una persona fino a quando non gliela dici in faccia.

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Io che scrivo questo blog infatti non lo scrivo per gli altri, lo scrivo per me. Non avrei mai avuto la costanza di scrivere un diario cartaceo della mia esperienza in Sud America, ma sapere che attraverso il web (oltre il poter inserire foto e video)  qualcuno potesse leggerlo mi spingeva a scriverlo meglio. Eppure “quel qualcuno” alla lunga non era più il destinatario del mio blog, semmai lo era del mio vanitoso desiderio di dire a tutti quanto era figo quello che stavo facendo.

Ad ogni modo il blog [a quel tempo scrivevo su 1anonobrasil.blogspot.com] ha quasi raggiunto un anno di vita, è quasi al termine del suo viaggio (il 18 febbraio). Ne salverò una copia, una la stamperò e la terrò in un cassetto per poi rileggerla tra qualche anno, probabilmente. O magari al dimenticherò e poi di nuovo “paf!”, me la ritroverò tra le mani come ho rivisto Daniel o la mia amica di Como e rivivrò di nuovo la sensazione di essere al contempo vicino e distante a quelle pagine, a quei resoconti di un straordinario viaggio fatto tanti anni fa..

Chiusa parentesi.

plaza de España
plaza de España

Cinque giorni a Siviglia, tanta pioggia e poca cerveza, un tempo di merda! Noi comunque riusciamo a ritagliarci i nostri momenti di divertimento a casa di Daniel, con una mamma festaiola e un papà chiacchierone che ci fanno passare in allegria il poco tempo che spendiamo a casa.

Anche se la pioggia è imprevedibile noi giriamo tutto il tempo con le city-bike (bella invenzione), basta solo sceglierla ad esclusione, tra quelle con le ruote sgonfie, i pedali rotti, il sellino con la leva di regolazione rotta, la catena a terra.. insomma, San Severo docet.

"quasi tutto quello che compri lo getti"... una buona propaganda
"quasi tutto quello che compri lo getti"... una buona propaganda

Un centro storico pieno di vicoli che è bello da visitare proprio perché in bici scorre veloce… troppo veloce: Shirin scivola sui sampietrini e si riempe le gambe di lividi.

Dos boletos para Lisbona, por favor

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PAROLA DEL GIORNO: Puta que pariu! (Porca puttana!, letteralmente riferito a “colei” che l’ha partorito!)