Hanoi – Saigon

Ordino un caffè con ghiaccio e fumo un’altra sigaretta. Non dovrei, ma con tutto lo smog che ho nei polmoni credo sia il male minore e poi, hey, chissà che i fumi non si annullino a vicenda. Oltretutto qui le sigarette costano qualcosa come € 0.4 e che fai, non le compri?

Sono partito da Mui Ne il giorno prima di arrivare a Saigon, dormendo una notte a Vũng Tàu, un posto inutile che non vale la pena di raccontare. Nonostante la strada fosse parzialmente lungo la costa, a parte qualche pineta lungo il percorso, il viaggio è stato piuttosto monotono. Speravo in qualcosa di più entusiasmante per la mia ultima corsa in moto.

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Mi fermo a La Gi, mangio un Banh Mi (e dai, ormai dovreste saperlo cos’è) ed una birra. Me la serve un gruppo al tavolo di una bettola e mi offrono un po’ del loro cibo, così mi siedo con loro. Mastico per qualche secondo, poi sputo.

« cá? »

(pesce?) chiedo mortificato.

Annuiscono.

Gli faccio cenno di darmi un secondo. Tiro un sospiro e dallo zaino il biglietto dove mi sono fatto scrivere che sono intollerante al pesce.

« ohh » e mi passano un altra cosa.

Mastico, poi sputo di nuovo.

« cá??? »

Annuiscono.

Niente da fare. Gli mimo l’atto di mangiare, mi porto le mani alla gola e faccio finta di non riuscire a respirare.

Ridono.

Ok. Alzo la mia birra in lattina e scandisco « Một, hai, ba, dzô! » (un, due, tre, salute!). Ognuno alza la propria birra divertito. Faccio un brindisi ironico (in italiano) sul fatto che hanno appena provato ad uccidermi e me ne vado.

È già notte e della Luna ne è rimasto illuminato solo uno spicchio, così quando il bastardino nero mi taglia la strada lo vedo solo all’ultimo momento e così lui, che ha deciso di accellerare il passo finendomi proprio davanti. Lo centro in pieno a cinquanta all’ora, sbando, ma resto in piedi sulla moto e freno almeno una decina di metri dopo. Oh, cazzo… l’ho colpito davvero forte.
« Stupido, stupido cane! » blatero scioccato. Torno indietro e la povera bestiola adesso è a pancia in su in mezzo alla strada, mentre mugola impazzita. Una macchina gli passa sopra (senza schiacciarla) e due ragazzini che hanno assistito alla scena mi mimano l’incidente divertiti.
Come in un flash, ricordo improvvisamente la storia che mi ha raccontato, forse solo qualche giorno prima, un altro backpacker che era nella stessa situazione. Lui alla fine decise di uccidere il cane e nel modo più veloce ed indolore… ma non mi va di fracassare il cranio di un cane… forse potrei strozzarlo?
In uno scatto adrenalinico, il cane si soleva e corre via torto, perdendosi nel buio oltre il ciglio della strada. Meglio così. Quando gli scenderà l’adrenalina non credo sarà più in grado di muoversi. Probabilmente morirà di emorragia interna.
Riprendo la corsa in silenzio ed arrivo a Vũng Tàu un paio d’ore più tardi.

Il giorno dopo, insieme ad Andrea-dalla-Svizzera, parto per Saigon (rinominata Ho Chi Minh City dopo la guerra contro gli Stati Uniti) lungo la QL51, una strada pazzesca, piena di camion. Il vento fa scorrere la sabbia sull’asfalto come la luce sul fondo di una piscina. Devo guidare con gli occhi a fessura e mi chiedo se è per questo motivo che gli asiatici si sono evoluti gli occhi a mandorla (ha ha ha, ok.).

Svoltiamo verso l’isola Đảo Long Sơn, ma ci salviamo per una sola mezz’ora… non c’è scampo. Percorriamo di nuovo questa strada pazzesca per almeno un’ora, poi trovo un’altra uscita che porta fino al fiume. Non ho internet per controllare, così semplicemente spero in un battello… una chiatta… Huckleberry Finn su una serie di tronchi legati insieme, per portarmi dall’altra parte.

La leva del cambio della moto di Andrea si rompe e per fortuna è bloccata sulla prima, così almeno possiamo muoverci. Perdiamo una buona mezz’ora guidando quasi a passo d’uomo e fino ad un villaggio, in cerca di un’officina. Quando la troviamo, il meccanico infila un pezzo di plastica nel perno, lo batte dentro con un martello e zak! la moto funziona di nuovo.

Io li amo i meccanici vietnamiti.

Arriviamo al fiume al tramonto e il traghetto c’è per davvero! 3000 VND (€ 0.1) per passare dall’altra parte.

Io li amo i traghetti vietnamiti.

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Se la QL51 mi aveva scioccato, questa non è comunque nulla in confronto con il traffico verso Saigon, dove macchine, motorini e camion col rimorchio confluiscono disordinatamente in strade troppo strette e snodi regnati dall’anarchia. Una nube di polvere e gomma si solleva dall’asfalto ed oscura il cielo. Le luci del riflettori delle macchine si riflettono su milioni di particelle tossiche in sospensione, colorando l’aria di giallo e qualcuno vende cibo sul bordo della strada. La sensazione di essere approdati improvvisamente all’inferno non è affatto esagerata.
Dovrebbero introdurre una nota sulla patente di chiunque sia sopravvissuto a queste strade. Che ne so, una patente B-trattino-Saigon, o cose così. Ho già scritto alla motorizzazione.

È un’esperienza distopica. Mi perdo facilmente nella fantasia di guidare verso la Los Angeles di Blade Runner, e poco ci manca che le macchine qui volino per davvero! Basta! Non ne posso più di stare col culo su una moto.
Insomma, adesso si che ho voglia di venderla… beh, più o meno.

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Trovo un acquirente del giro di ventiquattr’ore. Un ragazzo australiano che non ha la benché minima idea di come si guidi una moto manuale (e se mi stai leggendo, scusa, ma è vero). Me lo porto dietro per una decina di minuti, poi lo lascio provare di nuovo. Niente da fare. Sento che non dovrei dargli la moto, un po’ per via del suo improponibile piano di arrivare ad Hanoi in 2 settimane, un po’ perché speravo in un proprietario migliore per la mia #hondakerouac, ma anche ‘sticazzi. Voglio andare in Cambogia e lui ha i contanti pronti.

Chissà se è ancora vivo.

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Ma passiamo ai numeri, la ragione per la quale ho tenuto un taccuino di viaggio:


940.000 VND / € 35 benzina
340.000 VND / € 13 olio
1.305.000 VND / € 49 riparazioni
80.000 VND / € 3 lavaggi
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2.665.000 VND / € 100

Ho comprato la moto per 5.800.000 VND / € 215 e rivenduta a 6.300.000 VND / € 235

Insomma, per farla breve, l’avventura di viaggiare in moto per più di un mese mi è costata…. 80 euro.

Ok, non ho contato il costo d’imbarco della moto sul traghetto per Cat Ba, Ly Son ed un paio di chiatte per passare questo o quel fiume, ma stiamo parlando di spiccioli, nemmeno dieci euro.

Toh’, facciamo 90 euro.

2000 km d’asfalto, strade da paura (in tutti i sensi), un cane ed un australiano morto ed un bel mic drop per me.

Scusami cane, ma è stata anche colpa tua.

 
PAROLA DEL GIORNO (VN): Tạm Biệt (bye bye)

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