Ca phe sua da

Mi basta pensare a cosa ho fatto o dov’ero già solo uno o due giorni fa per vivere la sensazione di un ricordo remoto. Ero sull’isola di Ly Son quando, ieri? …stamattina?! Mi sono svegliato alle 6:30a per prendere il primo traghetto e non dover viaggiare di nuovo di notte e stavolta ci sono anche riuscito.

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La moto va che è una meraviglia (beh, relativamente parlando) ed il meccanico di oggi, un ragazzetto introverso che non gli daresti due lire, mi ha persino aggiustato il contachilometri. Non che queste riparazioni servano davvero… e che mi piace andare dal meccanico ed imparare qualcosa di più su com’è fatta e funziona una motocicletta. Mi ci sto appassionando.

Mentre il meccanico sparisce per raccattare non so che pezzo di ricambio io faccio un video al povero uccello che tiene prigioniero in una gabbia dell’officina.

Con una pessima scusa ho seminato la svizzera che viaggiava con me, così sono di nuovo per i fatti miei, come piace a me. Prima di lasciarci mi ha consigliato un po’ di posti interessanti come quello dove sono ora: Bãi Xép, in un mini-resort in riva al mare che solo che penso che pago tipo € 5 per notte…

Il tempo e compresso, dilatato, compromesso. A volte giorni, settimane o (quando ci va proprio male) mesi interi passano così, senza lasciare traccia alcuna e poi, in situazioni come quella di questo viaggio ogni giorno è invece un’esperienza unica, indipendente da quella del giorno prima o di quello a seguire.

Giusto ieri ero sulla spiaggia di Hang Câu quando una signora si è avvicinata per raccogliere i nostri rifiuti. Già solo questo sarebbe un evento di per se, dato che la stragrande maggioranza dei vietnamiti i rifiuti in spiaggia ce li porta, ma come al solito sto divagando. La signora aveva una voce leggera, morbida e gentile. Un suono a metà tra la pace interiore e la sconfitta. Vuole provare gli occhiali rotti della svizzera. Mentre lei glieli lasciava indossare io le ho scattato di nascosto un paio di fotografie.

anziana signora spiaggia Hang Cau vietnam

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Il viaggio di ritorno da Ly Son è stato abbastanza tranquillo; nulla a che vedere con le montagne russe dell’andata. Tornati al porto di Sa Ky, come già detto, ho ripreso la corsa da solo, fermandomi prima per delle riparazioni alla motocicletta e poi a cambiare l’olio. Passo attraverso un paio di città trafficate e stressanti, poi percorro un’autostrada alquanto monotona e con deviazioni strane per restare sulla QL1A. Mi sento un po’ in colpa per aver lasciato Andrea da sola, ma ormai è fatta.

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Dopo un po’ di tempo trascorso in rettilineo ecco che tornano i campi di riso ed i bufali al pascolo. Ogni bisonte ha al seguito quelle che sembrano cicogne. A quanto pare mangiano gli avanzi che cadono dalla bocca del bisonte, ma non ne sono sicuro.

Più avanti mi imbatto in un tratto di strada i cui bordi sono coperti da strisce colorate. Sono li a seccare prima di essere intrecciate per farne tappeti.

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Le strisce non sono l’unica cosa lasciata a seccare al sole… di fronte alla baracca di lato alle strisce ci sono una serie di pannelli di vimini con una specie di pane duro appicciato sopra. Entro nella baracca con la scusa di comprare dell’acqua e cerco di capire che roba è quella. Il traduttore sul cellulare non funziona un granché; ci metto un po’ di tempo a farmi capire.

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Mi mostrano il contenuto di una grossa pentola dove fanno sciogliere la polpa della noce di cocco e mi fanno assaggiare del pane che è tutto fuorché croccante! Mi si appiccica ai denti, ha un sapore scialbo. Mi porgono una busta con delle forme confezionate, ma faccio cenno di no, mi va bene l’acqua. Mi rimetto in sella e continuo la corsa per Bai Xep.

Non passa molto tempo che raggiungo e supero un tizio in motocicletta che trasporta una quantità assurda di banane. Tiro dritto per un minuto ridendo, poi faccio inversione… devo assolutamente fotografarlo! Lo vedo che svolta in una strada laterale. Lo seguo e quando finalmente lo raggiungo la moto è già parcheggiata:

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Infilo la reflex nello zaino e continuo fino al centro abitato successivo. Qui google maps mi dice di svoltare a destra, percorrere qualcosa come quattro isolati e poi di nuovo verso la strada di prima… me ne accorgo quando ho già svoltato.

Grazie Google maps.

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PAROLA DEL GIORNO (VN): Cà phê sữa đá (caffé freddo vietnamita con latte condensato e ghiaccio)

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