yosemite park

Due giorni di hiking allo Yosemite National Park, ovvero: scarpinate infinite su e giù per le montagne dopo 3 mesi di vita sedentaria in città. I sentieri erano così ripidi che stremavano anche scendendo, ho le ginocchia a pezzi …ma sono soddisfatto!

Il parco ha varie ‘attrazioni’ come le montange Half Dome e El Capitan, ma su tutte spicca la cascata più alta del parco …che non ho ancora capito come si chiama e quindi battezzo La Cascatona.
Per arrivare in cima a La Cascatona bisogna risalire la montagna lungo un percorso di 3 ore, passando per paesaggi da paura che danno sulla valle, ruscelli, rupi e nel mio caso anche un serpente colorato colorato …che immagino non sia proprio una bella cosa.
Ad ogni modo ad un certo punto del percorso ci si ritrova ai piedi delLa Cascatona che nebulizza così tanta acqua da sembrare pioggia; tutti hanno vestiario fighissimo tipo giacche idrorepellenti della North Face, zaini/borraccia e pantaloni elasticizzati a rapida asciugatura, io invece ho i jeans e una felpa di cotone con la zip in mezzo comprata da h&m. Un disastro. La mia salvezza sono stati gli stivali che avevo messo nello zaino poco prima di partire dall’Italia e che pensavo che non sarebbero serviti.

Arrivati in cima c’è la neve, quasi ghiacciata, in lastroni sparsi qua e la. Maggio è il periodo migliore per visitare il parco: è il periodo in cui la neve si scioglie e le cascate hanno la massima portata. Uno spettacolo!

La strada per è lunga e torniamo in fretta al bus (viaggio in tour con altri turisti più o meno tutti della mia età, è il modo più economico per visitare il parco), siamo tutti a pezzi, pure i cani.

Quando finalmente arriviamo al campo, dove dormiremo, scopriamo che non c’è la doccia. Panico, puzziamo tutti come capre bagnate e l’unico modo pare essere buttarsi addosso l’acqua del lavandino con le mani. Ma la svedesona ha un’idea migliore: si mette il costume da bagno e si butta nel fiume. Non ho tenuto a mente che per gli svedesi il concetto di freddo è mooolto diverso dal mio e mi sono buttato anch’io… il bagno più veloce della mia vita, 5-10 secondi credo, ma almeno ero pulito, diciamo.

Dopo una notte con tanto di falò e bluesman, torniamo al parco: altro giorno, altra cascatona, però almeno questa un nome ce l’ha: Vernal Fall. L’aqua che nebulizza è peggio della cascata del giorno prima, divento completamente zuppo e i miei vestiti cominciano davvero a puzzare da schifo.

In cima alla cascata è pieno di scoiattoli e uccelli blu con la cresta nera. I turisti lanciano briciole di pane agli scoiattoli che però non fanno in tempo a prenderli perché gli uccelli lanciandosi in picchiata glieli soffiano da sotto il naso …e gli scoiattoli sono veloci! Le povere bestione sono disperate (e probabilmente incazzate nere) e l’unico modo per mangiare è entrare letteralmente negli zaini appoggiati a terra per rubare qualcosa dalla busta del pranzo, c’è da stare attenti!

Nel pomeriggio andiamo a vedere le sequoie giganti, cavolo se sono grosse, è veramente difficile fotografarle rendendo l’idea delle dimensioni (nella foresta purtroppo ce ne sono solo 4 o 5 di quelli grandi).

La sera andiamo a fare un bevuta in una specie di saloon e festeggiamo la gita e e nuove amicizie, verso l’una ci rimettiamo in viaggio per San Francisco, dove arriviamo poche ore dopo. alle 7 del mattino scarichiamo i bagagli e corro a casa per prepararmi: è lunedì e dopo 3 notti passate a fare scarpinate e a dormire in un autobus mi devo fare 10 ore al lavoro. Mentre torno a casa in autobus ripenso ancora ai paesaggi da favola del parco, ma mi distrae un senzatetto schizzato che mi farfuglia qualcosa, poi ride e comincia a parlare da solo: si, sono decisamente tornato alla ‘realtà’.

PAROLA DEL GIORNO: steep (ripido)