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Ultimo ponte festivo prima della fine delle lezioni, ancora un mese, dai dai. Ormai sfrutto ogni festività dell’università per vedere un posto nuovo, è diventata un’abitudine (non intenzionale) cambiare compagni di viaggio ogni volta. Stavolta siamo andati vicino Rio de Janeiro (4 ore di ônibus), a Rio das Ostras. Il posto in sè non è che sia molto interessante: spiaggie dalla sabbia color terra, il lago Coca-Cola (in realtà si chiama Lagoa de Iriry, ma quando ci fate il bagno capite perché lo chiamano cosí e… no, non ha le bollicine!). Il fatto è che Rodrigo sapeva di un festival jazz bello internescional e aveva trovato una pousada con ancora dei posti liberi (16€ a notte, ma per essere il Brasile è decisamente caro).

surf rio das ostras

Con il giusto umore nelle vene, per quattro giorni andiamo in spiaggia insieme, portando a turno la tavola da surf di Michael per far finta di essere anche noi surfisti, e dal pomeriggio fino a sera inoltrata al festival, dove ci siamo goduti artisti tipo Regina Carter (brava), Russel Malone (bella scoperta, pulito ed elegante) e John Scotfield (una delusione dal vivo).

dancing rio das ostras

Poi una sera incontriamo amici di Rodrigo, mi sa, che ci invitano a casa loro dove si improvvisa un concertino jazz privato, con Eleonora che (ubriachissima) canta Summertime e Chega de Saudade insieme a nonmiricordocomesichiama che suonava la chitarra e un altro tizio che teneva il ritmo con una bottiglia. Intanto sulla Chaise Longue di Le Corbusier io me ne andavo al sonno (maledizione se é scomoda!)

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Rodrigo torna a Rio per una peça al teatro. Rimaniamo in 4 l’ultimo giorno, con Lucia che si fa trasportare per il lungomare, ma che ha ancora la forza di comprare l’ennesimo cazzo di paio di orecchini.. é il primitivo istinto dello shopping che nemmeno l’erba di Jah sa smorzare.

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