Senza immaginare che cavolo stavamo veramente facendo abbiamo scalato la Pedra da Gavea sabato pomeriggio, complici le nuvole che non ci facevano capire a che altezza superavamo certi punti (..l’abbiamo scoperto al ritorno).
Nello zaino avevo tenda, sacco a pelo, maglione, tre litri d’acqua e tanta cioccolata, la chitarra a tracolla  ..la morte, insomma.
Dopo un’ora e mezza di camminata già mi tremavano le cosce.

A parte qualche pausa per gli attacchi di panico di Rachel mentre si arrampicava (effettivamente la Pedra è abbastanza “verticale”, vá!) siamo arrivati in cima in tre ore circa. Vento, nuvole fitte e un freddo assassino per noi sudatissimi. Non si vedeva un accidente, poi incontriamo degli scalatori, sempre Brasiliani, che si offrono di guidarci fino alla grotta sul lato Est (quello che sta proprio verso Rio de Janeiro).

Dato che ovviamente non avevamo le torce ci mettiamo a scendere una parte del lato opposto illuminando le rocce con i cellulari (..si, lo so, stitv zitt). La grotta era al riparo dal vento. Siamo rimasti lì a cantare e ballare (e a mangiare la mia cioccolata soprattutto) fino all’alba. Per fortuna proprio il vento maledetto spazza via le nuvole e si apre davanti a noi una vista eccezziunale veramente..

PAROLA DEL GIORNO: névoa (foschia, nuvola)

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