bravo! bravo!

Parto dal riepilogo.
Giovedì, prova orale di tedesco dopo settimane di dormite e d’alcool insufficienti (l’alcool non è mai abbastanza: o troppo poco, o troppo troppo).
Il giorno seguente, mezz’ora dopo tre ore di prova scritta (test di tutti i tipi neanche dovessimo partire per la Luna), sono in macchina direzione Bruxelles… o Brussels, Boh, comunque… domani suonano i 4on6 con Michele (…Cipriano, per i posteri) e io non me li perdo di sicuro, così come non me li sono persi prima d’ora.
Fine riepilogo.

Il Gigante Buono ha preso l’aereo, perché lui vuole viaggiare comodo, ma gli cancellano il volo dirottandolo su Vienna ed arriva un’ora dopo di me. “Lufthansa’s a mother fucka, Da-vi-daaa”. Dovremmo dividerci un divano letto, così ci ha detto Nasone, motivo sufficiente per autoinvitarmi dalla Topa Nordica.

Topanordica ha un culetto da Nobel per la pace, che mi fa l’occhiolino (non per davvero, sarebbe spaventoso) promettendomi follie ancora più entusiasmanti di quelle del concerto. Almeno questo è quello che voglio immaginare io, ma no, ma no! È già tutto un rimbalzarci frasi da flirt, è fatta, è fatta!

La prima serata scorre così così, si suona, si ondeggia sui piedi invece che ballare e soprattutto Topanordica sta poco bene. Domani. Ma che forme, che carne, ma soprattutto… che chiappe! velate solo dal sottile strato d’un pigiama carino carino. Certo che se lo poteva fare un brodo con l’aspirina.

Nel frattempo il Gigante Buono è impegnato con l’apprendimento forzoso della lingua italiana mischiata col dialetto pugliese, e credo che la proporzione sia più generosa col secondo ingrediente. Un paio paio di birre più tardi non importerà più un granché. Da queste parti le distillano a dieci gradi. Lo ritrovo al bar dove si suona stasera, in ritardo perché era tornato al Delirium, che sarà sì un pub alquanto turistico, ma almeno lì si parla inglese.

Il tempo di una Jambe de Bois (o tre? E che fine ha fatto il due? Siamo già alticci??) e i 4on6 suonano come hanno finito ormai per viziarci. Nasone rievoca la scena del suo matrimonio, col cappello da torero e un vestito qualunque, dovutamente rosso per la Faema con un’amica indistinta, che lo minaccia con gli indici a mo’ di corna.
Prendo una ragazza anch’io, la faccio piroettare e le dico “ok, fai ballare anche tu qualcuno”, così da due diventiamo quattro e poi otto e olé! Quelli che non ballano tengono il tempo con le mani e applaudono a chiunque entri dalla porta, benvenue!
I 4on6 non ci mollano, incalzano sax e contrabbasso, l’archetto fa ribollire le corde del violino come se dovesse appiccare un fuoco. BRAVO! BRAVO! MA COME PARLA BENE!! Gridiamo facendo il verso a Michele, cantante, attore, cantattore e matador, baffi ruffiani e faccia da schiaffi.

4on6 feat. Michele Cipriano

Ormai tutti fanno qualcosa, non esiste più il pubblico. Michele mi appioppa il libro degli spartiti e mi costringe a leggio umano. GIACOMINO! GIACOMINO! GIACOMINO! GIACOMINO IL GRAN GAGAAA!
Mi scrollo il leggio di dosso e mi asciugo il sudore in bagno. Ma perché Topanordica non balla? E con chi cazzo sta parlando? Provvediamo subito, fa niente che pare un manico di scopa. CINEMA! CINEMA! UHH!

Si smonta, si beve e si mangia. Non ho più voce, Topanordica mi guarda perplessa, come mi si può prendere sul serio con questa voce? Dovrei provare a sussurrare? Ma certo che dormo da te anche stanotte, che domande!

 
Lunedì mattina.
Ringrazio, saluto e mi affanno per arrivare in orario al mio passaggio in auto per Colonia e infine a Monaco. L’autista del tram non ha resto per la mia banconota e nessuno dei passeggeri ha da cambiare, gliel’ho appena chiesto con la mia voce rauca e flebile da mal di gola (ENZA! ENZA! ENZAAA!).
Una signora (Marie, spagnola) mi porge due euro insieme al suo sorriso garbato e mi viene da piangere pensando che sto tornando a Monaco, dove ci sono più facce da cazzo che foglie sugli alberi.

“Ma allora come è andata ieri notte?” ci tiene a sapere il Gigante Buono, che se l’è un po’ presa per averlo lasciato al suo destino. In risposta lo faccio ridere scompostamente, quando gli racconto che “eravamo tornati da poco a casa e nel silenzio delle ore piccole, lei era andata in cucina a prepararsi un thé. Ho fatto capolino dalla porta chiamandola per nome, ma per colpa della gola mi è uscito come un sussurro da film horror, graffiato e biascicato. Topanordica ha fa un salto incredibile, urlando e lanciando in aria tutto quello che aveva in mano. Quando ho finito di guardare la padella che rotolava a terra, ho alzato lo guardo e c’era lei che mi guardava terrorizzata e forse anche un po’ incazzata…”

“insomma, si, sono andato in bianco.”

“ah, miserabile”

ed ha ragione, disgraziato… Si perdonano solo i successi.

 
à la vôtre!

PAROLA DEL GIORNO (de): Klatsch und Tratsch (gossip)

Belgio

Mentre ero sull’aereo da Milano per Roma, un paio di settimane fa, d’un tratto ho pensato che non ricordavo l’ultimo viaggio aereo che avevo fatto. Da molto probabilmente. Non che mi freghi molto di prendere l’aereo (ormai sono gli straccioni che prendono l’aereo, i business man vanno con Frenitalia), piuttosto l’essere tornato a fare un viaggetto. Mi mancava. Ok, ok, il Belgio non è proprio una meta turistica, ci siamo andati giusto per non stare a casa, poi ci sono Andrea e Marion che vivono li e abbiamo onorato la vecchia regola del materasso a scrocco (autoinvitati ovviamente).

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In Belgio fa freddo, nevica, il sole lo vedi solo sui libri di astronomia. L’unica cosa che puoi fare è infilarti in un locale con in mano le patatine fritte nello strutto e ordinare un litro di Chimay blue (per cominciare). A Bruxelles (o Brussel, non ho ancora capito bene) di buono c’è questo: la birra. Per il resto, in una giornata vedi tutto il centro storico, il parlamento e quella mezza schifezza del Atomium. Un altro giorno per passeggiare nel centro, giusto per, e vedere un museo (peraltro siamo stati anche fortunati a trovarci nel periodo dell’esposizione di Frida Khalo, veramente bella).

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Per il 14 abbiamo deciso di andare a Brugge, quindi il giorno prima abbiamo ragionevolmente visto il film “In Brugge (It’s in Belgium)“, ovvero 90 minuti di offese (fuckin’ Brugge, shithole) a questo paesino medioevale. Parentesi: il film, a parte il finale del cavolo (probabilmente non gli è venuta un’idea migliore), è simpatico, i dialoghi col nano sono divertenti, cmq, diciamo un film per la tv fatto bene, ma non è cinema. Cmq sia siamo arrivati in città con l’idea che fosse un posto dimenticato da dio, popolato da cigni e papere e senza vita giovanile, invece… no no, è proprio così.
Il momento più eccitante della visita è stato vedere un gruppo di turisti inglesi ubriachi che hanno rovinato la dichiarazione di matrimonio di una coppia seduta li vicino a loro… e la pipì nel canale sui cigni (per la verità senza cigni).

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Dato il freddo e la neve, avrei voluto realizzare un nuovo video del balletto classico con Andrea in Belgio (…e avevamo entrambi le calzamaglie!), ma a quanto pare la cosa non è andata. Peccato. Abbiamo cmq dato piglio alla demenzialità con questo video. buona visione!